…tracciare il dipinto di Zandomeneghi con il segno della capsula di papavero, che si usava da bambini per marchiarsi la fronte o il dorso della mano, con quel simbolo arcano che assomigliava a una croce o ad una stella. Tatuarsi così la pelle era un gesto magico e solenne, capace di evocare in un pomeriggio assolato di maggio senza mistero, l’ombra violetta del sonno e della morte…
testo per Organica, Sakros, Carrara, 2008
Caterina Sbrana, A letto di Zandomeneghi, capsula di papavero su tela di lino, cm 300×200 circa, 2008
La prima raccolta, Maggio 2008
Isola è un’opera site specific che evoca il famoso dipinto L’isola dei morti di Arnold Böcklin (Basilea, 1827 – Firenze, 1901).
Le finestre della Syracuse University guardano sul Cimitero degli Inglesi in Piazzale Donatello. Una delle possibili ispirazioni per l’opera di Bocklin è stato forse questo luogo nascosto che aveva frequentato, un’isola in mezzo alla città. La sagoma dell’isola tracciata con le capsule e stampata applicata al vetro con un adesivo trasparente è come un filtro su questa visione senza tempo.
Caterina Sbrana, testo per A private Geography, a cura di Paola Bortolotti, 2013
Caterina Sbrana, Totenisle, capsula di papavero premuta su carta giapponese,cm100x100, Syracuse University in Florence, private collection.
Caterina Sbrana, Beata Beatrix, capsula di papavero premuta su tela di lino, cm300x350, 2010, photo credit Diego Barsuglia
Beata Beatrix, detail, photo credit Diego Barsuglia
Hypnos, capsula di papavero premuta su tela, pigmento, 2010, collezione privata