Lapidaria

Marzo 2020

Il nostro lavoro è profondamente legato al rapporto diretto con il paesaggio e con la natura.
In questi mesi, segnati  da un senso di distanza e sospensione, il Monte delle Fate dietro casa è stato un rifugio e una risorsa per contemplare e capire.
Frequentiamo questi monti da sempre, ma questa volta li abbiamo attraversati con occhi diversi.
Lungo i nostri percorsi eravamo soliti fermarci a lungo vicino alle pietraie, i Block Streams, formati da antichi ghiacciai nella fase più fredda della glaciazione per recuperare il senso del Tempo.

Lapidaria è un’opera aperta, un diario, o meglio una raccolta di pietre, opere e oggetti nata questa silenziosa e continua frequentazione.
Opere metamorfiche che si mimetizzano nel paesaggio.
Rocce bloccate in una caduta infinita o in un lancio primordiale, la pietra grezza che occulta e rivela la superficie raffinata di un vaso e brocche mimetiche sono alcune delle immagini che ci hanno raggiunto mentre sostavamo circondati da questo mare di pietre.

“Quando pensavo di essere la pietra, il conflitto si placava. La pietra non ha incertezze, non ha bisogno di comunicare, ed è eterna, vive per i millenni, pensavo, mentre io sono solo un fenomeno passeggero turbato da emozioni d’ogni genere, simili a una fiamma che divampa rapidamente e poi si spegne.
Io ero solo la somma delle mie emozioni, e l’Altro in me era la pietra senza tempo”

Carl Gustav Jung, Sogni, ricordi, riflessioni

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Lapidaria

marzo 2020-ongoing

ceramica bianca smaltata, engobbi.

33x34x30

Gabriele Mallegni e Caterina Sbrana, Studio17