Imboscata

Juan Pablo Macías / David Casini / Enrico Vezzi / Olga Pavlenko / Francesco Fossati / Rachel Morellet / Caterina Pecchioli / Eva Sauer / Justin Randolph Thompson / Barbara Fluvi / Caterina Sbrana /Shilha Cintelli / Lucie Mesuret

IMBOSCATA è un progetto ideato dagli artisti Rachel Morellet, Shilha Cintelli, Enrico Vezzi ed
Eva Sauer

7 maggio – 7 giugno @Bosco di Corniola, Sensoverde Associazione

APPUNTI PER UN’IMBOSCATA
Da un pò di tempo a questa parte, andare per mostre, è diventata una pratica prevedibile e rassicurante. L’Arte, è diventata prevedibile e rassicurante. Il contenitore pre-concettualizza il contenuto. Non sempre, ma la maggior parte delle volte è cosi. Qualsiasi contenuto, qualsiasi sforzo, qualsiasi ricerca, viene ogni volta parzialmente disinnescata ancora prima di essere attivata. Come tutti ben sappiamo, siamo stati costretti a rimanere per mesi chiusi in casa e durante quel limbo collettivo ci dicevamo, che al nostro ritorno, nelle strade, tutto sarebbe cambiato in meglio, che non saremo più stati quelli di prima. Così non è stato. Anzi, molto, è peggio di prima. Si sono acuite le divisioni, di qualsiasi natura, si sono induriti gli animi di molti e si sono confuse i pensieri e le certezze di vita di tanti altri. In questo odierno scenario fluttuante, a chi ci rivolgiamo per avere chiarezza?
Non è certo una novità andare per boschi. Noi umani nei boschi ci siamo nati. Nei boschi ci siamo evoluti e dai boschi, ad un certo punto, ce ne siamo andati. Eravamo un tutt’uno con i boschi, fino al giorno in cui, uno dei nostri simili, in mezzo ai boschi, si è sentito così a disagio e cosi in pericolo, da decidere di fuggirne. Eravamo in simbiosi con il bosco e le sue spontanee piante curative, fino all’arrivo di noti oscurantismi che hanno manipolato la nostra eredita culturale e il nostro inconscio collettivo. Il bosco non è solo un luogo, ma è il paradigma di una scissione.
Nei secoli, molti filosofi, pensatori, monaci, briganti, esploratori, partigiani ed eremiti, sono tornati nei boschi, sono tornati a vivere e ad abitare nei boschi, per una fuga contraria a quella primigenia. Per fuggire dalla Società o per combattere il potere vigente. Per trovare riparo dalle convenzioni, dalle costrizioni, dai compromessi e dai dettami, che il vivere nella società umana imponeva. In questi ultimi due anni invece, molto più che in quelli precedenti al XXI° secolo, ci siamo tutti resi conto che non esiste più quasi nessun luogo sulla Terra dove poter fuggire e ci siamo accorti che la rottura di certi equilibri naturali può generare eventi incontrollabili. Infine, abbiamo preso atto, che in questo nostro pianeta globalizzato, esistono ancora disuguaglianze insopportabili da sostenere nel nostro intimo, anche vivendo nel posto più remoto.
Non è certo una novità andare per boschi, nemmeno per gli artisti. La Storia dell’Arte è piena di esempi e coincidenze di questo tipo. Da chi scappava dagli studi per andare en plein air, a chi andava nei deserti messicani o nello Utah, per protesta e per ritrovare la perduta libertà di operare, fuori dalle logiche di mercato e dentro nuove logiche, che oggi chiameremmo anche eco-logiche.
Non è certo una novità, ma noi vogliamo ancora una volta andare per boschi. Non per fuggire dalla Società degli uomini ma nemmeno per rifugiarsi nelle passeggiate tra gli alberi. Andare e “operare” per boschi e nei boschi, per tenere viva la memoria. Per ricordarci di quello che eravamo e di quello che siamo diventati. Per distinguere nuovamente ciò che è illusione, da ciò che è bagliore di realtà. Concepire e collocare opere nei boschi, per non aver sempre delle pareti in cui ripararci, per non avere pre-concetti come alibi dei nostri limiti e limiti come alibi dei nostri concetti.
Con questo nostro esperimento vogliamo tentare, in modo uguale ma diverso da altri prima di noi, di metterci davanti alla nostra esistenza e interrogarci. Su quali ideologie non vogliamo più abbracciare e su quali ideali desideriamo fondare la nostra convivenza. Quale Antropocene vogliamo alimentare e in quale Natura vogliamo credere. Dentro quali voragini future non vogliamo cadere, per non avere altro destino che quello di estinguersi. L’ Imboscata è una trappola per gli sprovveduti ma una meravigliosa opportunità, per i consapevoli.
Rachel, Shilha, Enrico, Eva.