L’estate più fredda
Gabriele Mallegni / Caterina Sbrana
a cura di Claudio Cosma
Sensus luoghi per l’arte contemporanea, Firenze
Molti dei lavori di questa mostra sono nati in estate.
Estati caldissime da non poter respirare, estati piovose, estati lunghissime, estati mancate.
Estati passate suelle pietraie dei monti rimanenza delle antiche glaciazioni, notti d’estate passate a cercare sui muri della città i segni lasciati dalle bombe un’estate di tanti anni fa.
Estati freddissime dell’immaginario, come quelle del 1816 in cui l’esplosione del vulcano Tambora segna l’anno senza sole e senza estate e in cui Mary Shelley, per scommessa, costretta a Villa Diodati dalla pioggia incessante, “ in quel chiaroscuro dove nascono i mostri”, scrive Frankenstein.
Questa relazione tra micro e macrocosmo, tra grandi eventi e grandi mutazioni, il confronto con una dimensione intima e interiore, attraversa sottilmente questa selezione di opere che provengono sia dalla ricerca individuale che comune dei due artisti.
Tra le opere anche un piccolo archivio dallo studio, dallo spazio privato di Caterina e Gabriele che raccoglie lavori di piccole e piccolissime dimensioni, lavori incompiuti, maquette, idee e che restituisce un insolito dialogo in cui si ritrovano assonanze, divergenze, stratificazioni.
Geografie perdute e nuove geografie in costruzione, oggetti perturbanti e ibridi, presenze familiari e al tempo stesso sconosciute raccontano attraverso due sguardi che si incontrano e si allontanano l’esperienza vitale e salvifica dell’ immaginazione, spazio inalienabile, possibilità irrinunciabile di esplorazione e di trasformazione della realtà.