Questi gioielli nascono dalla lunga ricerca che Caterina Sbrana conduce sulle trasformazioni del paesaggio, sui semi e sulle piante selvatiche.
In particolare, con le capsule di papaver roheas, il papavero selvatico, l’artista traccia animali e mappe dei luoghi di raccolta, un lavoro rituale che riprende ad ogni stagione di fioritura.
Le capsule che campeggiano su questi gioielli, antichi e allo stesso tempo attuali, sono proprio alcune di quelle raccolte dall’artista e utilizzate per tracciare i disegni.
Questi orecchini sono pezzi unici lavorati a mano e rappresentano la memoria di un fiore e il legame ancestrale tra la geografia umana e quella vegetale, realizzati dal calco della cima di due capsule di papavero raccolte dall’artista.
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