UNA BRILLANTE MEMORIA

Dobbiamo trovare un ritornello per ogni luogo,
che sappia intrecciarsi ad altri ritornelli,
ad altri luoghi, prima che la guerra dei recinti
sopraffaccia anche l’ultimo residuo di melodia

S. Licata, Non luoghi ed eterotopie.

Di che cosa ti occupi in particolare? Non ho capito esattamente.
Di reificazione, Gilles rispose.
E’ un lavoro serio, dissi io.
Sì, lo è, rispose lui
Capisco, Carole aggiunse con ammirazione, deve essere un lavoro serio con grossi libri un enorme tavolo coperto da tanti fogli.
No. disse Gilles, passeggio. Principalmente passeggio.

Tous les chevaux du roi, Michele Bernstein, libera traduzione.

Una brillante memoria

Nelle sere di una estate caldissima percorriamo la città come un nuovo sentiero, seguiamo tracce appena percettibili, percorsi invisibili e non segnalati.
Aggiriamo i monumenti e le attrazioni e ci siamo fermiamo a decifrare i segni del tempo sui muri.
Camminando, in questa deriva estiva, tracciamo nuove mappe, disegnamo un’altra città, troviamo nuovi punti di riferimento che segnano il passaggio, la vita, la violenza, un diario di viaggio scolpito nel paesaggio urbano.
Esiste una città invisibile e in movimento all’interno di questa città addormentata e immobile, pensiamo, e anche Mina, che ci accompagna, stasera sembra fiutarne l’odore.

Ci fermiamo sul Lungarno davanti al Palazzo alla Giornata, da tempo avevamo notato le ferite lasciate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale sulla facciata di questo palazzo storico, tanti anni fa, in una estate come questa e questa notte prendiamo il calco delle lesioni con la gomma siliconica. La mattina in studio iniziamo a riportare i calchi, le impronte del contatto della deflagrazione su alcuni vasi di argilla.
Questi vasi custodiranno una geografia della memoria frammentata e diffusa, una mappa per impronte restituite su oggetti di ceramica, che crescerà raccogliendo altri segni, altre ferite di altri luoghi e di altre città su altrettanti vasi.
Ci piacerebbe che Una brillante memoria potesse diventare un progetto itinerante che raccolga le ferite delle città colpite dalla guerra. Il corpo architettonico è una metafora del corpo delle comunità, degli uomini, degli animali.
Con Una brillante memoria vorremmo dedicare un primo percorso alle lesioni, ai buchi, alle scheggiature che segnano il corpo delle città, in seguito vorremmo mappare e calcare altri segni di altra origine, raccogliendo tracce della nostra e di altre città, ricostruendo storie e memorie perdute che segneranno la superficie e i volumi di vasi e oggetti.
Camminando si cantano le mappe, così gli aborigeni percorrevano i sentieri misteriosi della memoria che non erano segnati se non dalla capacità della parola e della visione, camminando si ritrova luogo e memoria, si creano nuovi mondi, mentre il passo scandisce come sempre il tempo e lo spazio.

 

Una brillante memoria
2022-ongoing

installazione inceramica bianca smaltata con dettagli matt, basi in ferro grezzo

dimensioni variabili

Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni